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Benvenuti in questo blog dedicato all'approfondimento dell'ASTROLOGIA PSICOLOGICA, quale ausilio per i momenti di crisi che chiedono di rifocalizzare il proprio cammino con coraggio e forza.

Sono a disposizione per darvi il mio sostegno con l’aiuto di questa fantastica arte.


Chiara Inesia Sampaolesi

mercoledì 30 maggio 2012

I TRANSITI DI PLUTONE E L'OMBRA

di Chiara Inesia Sampaolesi


Plutone nella mitologia latina, (Ade per i greci) era padrone del regno dei morti, era il Dio degli Inferi. Era lo sposo di Proserpina e aiutò i sue due fratelli Zeus e Nettuno a togliere l’autorità a loro padre, Saturno.
Quando si divisero il mondo, Zeus scelse come suo regno il cielo, Nettuno diventò Dio del mare e Plutone ebbe il mondo sotterraneo.
Plutone governava sulle ombre dei morti, era temibile per la sua natura fiera e inflessibile ma era anche ritenuto dispensatore dei beni nascosti nella terra.

Secondo la mitologia il regno degli Inferi era distinto in due luoghi separati: l'Elisio, luogo della ricompensa ultraterrena dei buoni e il Tartaro, dove venivano puniti i malvagi. Solo più tardi nella concezione cristiana l’inferno viene visto come il luogo dove sono rilegati i peccatori e i ribelli a Dio, per subire i castighi dovuti alle loro colpe, visione che contribuisce tuttora, dal mio punto di vista, ad alimentare molta confusione e sofferenza sul concetto di bene e di male.

Da queste poche righe possiamo già comprendere tutto il profondissimo e meraviglioso senso di Plutone e di ciò che ci chiama a fare quando tocca i nostri pianeti, in particolare i nostri luminari, il Sole e la Luna.
Plutone governa le ombre, le ombre dei morti, i morti sono coloro che sono inconsapevoli e che non conoscono appunto le loro ombre, che sono in un certo senso i propri lati più negativi, più bassi, definiti tali semplicemente perché in ombra, cioè non illuminati, non visti, non conosciuti, inconsapevoli e non “addomesticati”. Oppure anche semplicemente doti e talenti sconosciuti, mai riconosciuti e mai onorati.

Il genere umano ha un storia ricca di guerre, di odi, di soprusi, di violenze che noi portiamo nella nostra memoria cellulare e ancor più energetica, cioè dell’anima, e non possiamo certo pensare che ciò che è stato il passato dei nostri avi, non sia ancora presente in noi.
 Ma anche senza richiamare il passato prima di noi, ci basta pensare che infondo tutti noi, chi più chi meno ha delle tendenze aggressive, ha odio e rabbia represse, conseguenze di suprusi ed abusi subiti, perchè non siamo stati in grado di fare riconoscere il nostro valore, la nostra personalità, di affermarci nel mondo come avremmo voluto.
Plutone quando tocca la nostra Luna ci fa vedere tutte queste emozioni, ci fa toccare con mano ciò che mai avremmo creduto di noi, o per lo meno che la maggior parte di noi avrebbe mai creduto, perché abituati ad “essere buoni e bravi” avevamo pensato di cancellare e dimenticarci di certe emozioni così “basse”.
Non esiste l’alto senza il basso, non esiste il giorno senza la notte, così non esiste il bene senza il male. Ma noi, essere coscienti e consapevoli, quando veniamo a conoscenza del male possiamo scegliere.
Il peccato originale ci ha dato la possibilità di conoscere il bene e il male, di questo dovremmo essere grati ad Adamo e ad Eva, ma Eva ha "peccato" perchè sapeva che il frutto era proibito e che non doveva mangiarlo, ma non ha resistito alla tentazione del serpente, rappresentante delle nostre pulsioni più basse e ha ceduto al "male", cioè l'istinto non consapevole.

La parola peccato sembra che si possa fare anche derivare dal latino peccus che vuol dire "difettoso nel piede", il difetto nel piede conduce all’errore nel movimento deambulatorio, cioè ad un errore nel viaggio della vita, cioè ad una scelta verso una direzione errata.

 Plutone ci chiede di riconoscere i nostri istinti, i nostri impulsi non domati, non addomesticati, per vederli, valutarli, accettarli e guidati poi dal buon senso e dalla ragione poterli trascendere e superare. C’è una storia dei nativi americani molto saggia chiamata Due Lupi che dice: Il nonno sta raccontando al nipote: “Mi sento come se avessi due lupi che stanno lottando dentro di me. Il primo è pieno di rabbia, invidia e rancore, si sente cattivo e quando può, fa del male agli altri; il secondo invece è in armonia, felice e riesce ad amare e a fare del bene.“ Il nipote chiede: “Nonno, quale dei due vincerà?” Il nonno gli risponde: “Quello che alimento.”
Ma solo quando avremo riconosciuto che in noi c’è anche “il lupo cattivo” potremo decidere e scegliere di alimentare quello buono.
Se nella vita non facciamo questo, soprattutto in occasione dei transiti di Plutone, in cui c’è questa accentuata attenzione a questi aspetti, rischiamo di vederli agiti dagli altri a noi vicini e magari possiamo attirarci violenze o cattiverie, proprio perché ciò che ci ostiniamo a non riconoscere in noi stessi ci deve venire agito dall’altro affinché noi possiamo vederlo e magari renderci conto che forse qualche aspetto negativo c’è anche in noi.

Ciò a cui ci spinge Plutone con la caduta nel mondo degli Inferi è solo a "conoscersi a fondo" per acquisire i doni e gli strumenti per sapere come gestire e convogliare al meglio le proprie energie riscoperte.
Ciò che identifichiamo troppo spesso come cattiveria, debolezza, ecc. non è nient’altro che un’energia rozza non ancora addomesticata, è solo una nostra potenza enorme che solo chiede di essere trasformata e usata in maniera saggia e utile per sè e per gli altri.
Un coltello ha mille funzioni utili e importantissime. Può essere un bisturi che apre il corpo di una persona ferita per estrarre la pallottola che sta mettendo in serio pericolo la sua vita, ma certo può anche essere uno strumento usato per fare del male agli altri e anche a se stessi.

Plutone ci fa andare negli Inferi ma ci fa uscire da questo luogo profondo di noi con dei tesori in mano, con delle grandissime risorse che prima non conoscevamo e che scappavano alla gestione del nostro buon senso …non a caso i Buddisti sostengono che la principale causa di sofferenza è l’ignoranza.

Tutto ciò che non si conosce fa paura, tutto ciò che viene illuminato può essere trasformato ed utilizzato al meglio, chi non fa questo sicuramente soffrirà molto.

Se Saturno ci fa lavorare sulle dinamiche di dipendenza emotiva e ci spinge all’autonomia togliendo ciò che non ha più ragione di essere, Plutone ci fa scavare a fondo in noi stessi per andare a trovare i nostri tesori, i nostri tesori più nascosti e preziosi.

Il mito di Plutone e del segno astrologico a cui è collegato, che è lo scorpione, è ben rappresentato dal mito sumero di Ereshkigal "Dea degli Inferi" e della sorella Inanna "Dea dei Cieli", che vi riporto come eccellentemente spiegato da Lidia Fassio, astrologa psicoterapeuta (da www.eridanoschool.it) :

 - “Inanna decide di scendere negli Inferi a trovare la sorella Ereshkigal nel giorno in cui questa sta seppellendo il marito, quindi è piena di rabbia, di dolore, di rancore e di odio per la perdita subita. Inanna è assolutamente inconsapevole di cosa l’attenderà laggiù, anzi lei si aspetta gratitudine ed onore per il suo gesto.
Ereshkigal invece la fa spogliare completamente, la umilia e quindi la appende letteralmente ad un gancio piantato nella parete e la lascia lì, affinché muoia lentamente per dissanguamento. In questa lunga agonia Inanna è obbligata a vedere tutto ciò che accade nel mondo degli Inferi, a prendere coscienza ed a capire la desolazione e la morte che regnano laggiù.
Inanna viene poi salvata dalla sua governante, che non vedendola ritornare dopo tre giorni chiede aiuto ad una Dea del mare, la quale invia nel regno degli Inferi delle creature orrende e luttuose che sono disposte a scendere e ad affrontare Ereshkigal.
Questi esseri si prestano ad intraprendere il viaggio carichi di doni da consegnare alla regina degli Inferi che, venendo accettata ed onorata, decide di ricompensarli concedendo la grazia ad Inanna.

Questo mito termina con due momenti salienti:
1) quando le due sorelle si salutano, Ereshkigal si accorge di essere incinta, a conferma del fatto che ogni lutto racchiude in sé i semi di una nuova vita;
2) infine Ereshkigal dice ad Inanna di fermarsi durante il ritorno a raccogliere ciò che lei ha messo vicino alle 7 porte che delimitano il suo regno, poiché questo sarà il suo personale regalo da portare nel regno dei Cieli.  Ad ogni porta Inanna trova una pietra, ma quando sarà risalita alla luce del Sole si accorgerà che si tratta invece di 7 gioielli purissimi.

In questo mito c’è tutto il simbolismo dello Scorpione diviso in sei fasi:
1) La discesa agli Inferi, un percorso obbligato per uno Scorpione affinché possa comprendere quali sono le dinamiche inconsce che determinano i suoi comportamenti e le sue reazioni.
2) Vedere cosa c’è laggiù simboleggia il percorso di dolore e di morte necessario per poter cauterizzare le ferite rimaste aperte, ancora purulenti e sanguinanti.
3) Il simbolo della nudità, che psicologicamente rappresenta la necessità di rinunciare a tutte le difese quando si intraprende il viaggio della conoscenza di sé.
4) Il perdono e la grazia che Ereshkigal concede dopo essere stata onorata, che simboleggia come per guarire dalle qualità negative occorra prima riconoscerle, onorarle e perdonarle in quanto ci appartengono anch’esse.
5) La gravidanza, che simboleggia i semi che si piantano durante questo percorso e che daranno i loro frutti.
6) I gioielli regalati ad Inanna stanno ad indicare che i tesori di ognuno di noi sono seppelliti sotto montagne di scorie, di dolori e di rancori, che occorre prima vedere e ripulire.

 Questo è uno dei miti più belli in assoluto ed è legato al segno che più mostra contraddizioni, poiché possiede le qualità più infime ma anche le più nobili.” (Lidia Fassio) -

 I sei punti sono esattamente tutto ciò a cui Plutone, transitando in aspetto ai nostri pianeti, ci chiede di fare. Ovviamente ciò sarà molto più necessario ed evidente per coloro che hanno Sole o Luna nel segno dello scorpione oppure che hanno Plutone dominante nel tema natale, ovvero che fa molti aspetti con gli altri pianeti.

Per concludere, un'altra cosa molto importante da ricordare è che Plutone ci dà anche la possibilità di superare l’attaccamento, il possesso; infatti Plutone ci dà la possibilità di lasciare andare, di non volere trattenere tutto per noi e inoltre, quando transita in aspetto con il Sole, testa il nostro potere, come noi lo abbiamo usato.
Indubbiamente se abbiamo abusato del nostro potere sugli altri ci farà vedere i nostri lati neri, se invece non siamo mai riusciti ad esercitare il nostro potere allora può essere una forza grandiosa per potere usare in giusta misura e con saggezza il nostro potere, senza più delegarlo agli altri e quindi riprendere fieri e forti il nostro posto al sole!!!!

mercoledì 27 gennaio 2010

ASTROLOGIA EVOLUTIVA

di Lidia Fassio


L'Astrologia è una materia complessa che presuppone la conoscenza di un vero e proprio linguaggio: quello dei simboli.
Infatti, l’astrologia, riunisce in sè il simbolismo planetario con quello psicologico ed introduce pian piano alla lettura del tema natale, vera e propria mappa della psiche di una persona che permette di comprendere le potenzialità, il vissuto in termini soggettivi (e non oggettivi), le aspettative, le forze che sono in gioco e il progetto vitale; è un vero e proprio strumento di lavoro che può accompagnare a capire piu' in profondità se' stessi mettendo in evidenza le difficoltà che si possono incontrare nel viaggio verso la scoperta di sé e le potenzialità che invece possono accompagnare il proprio cammino nonché la comprensione dei punti difficili.

Fin dai tempi del Dr. Jekyll e Mr. Hyde l'uomo ha percepito di avere svariate sfaccettature all'interno della sua personalità: la psiche sembra essere un grande diamante che riflette luci diverse in grado anche di lasciare del tutto sconcertato l'ignaro soggetto che si vede mosso ed agito da forze interiori che appaiono incontrastabili.
Il grande Stevenson anticipò con il suo bellissimo romanzo quello che la psicanalisi avrebbe poi reso palese attraverso i due capostipiti Freud e Jung.
Stevenson ipotizzò nel suo romanzo due personalità indipendenti in lotta all'interno di un individuo ed in grado di lacerarlo profondamente.
Più avanti nel tempo, Roberto Assagioli - fondatore della psicosintesi - ipotizzò che possiamo ritrovare molte " sub personalità" all'interno di un individuo anche se spesso le stesse non sono integrate in quello che comunemente chiamiamo il senso dell’IO.
Gli esseri umani non nascono con un senso di identità già formato; i bambini lavorano a lungo per crearlo e così, nel lungo percorso educativo, molte cose di se' sono illuminate e quindi integrate nella coscienza e nell'IO, altre sono modificate o de-formate ed altre ancora, purtroppo, sono rimosse e cadono nel gran calderone dell'inconscio dove non perdono di forza, ma cominciano ad esercitare un potere sottile e conturbante al di fuori della coscienza, creando interferenze nelle direzioni che l'IO vorrebbe dare alla vita.

Tuttavia, proprio la psicologia del profondo ci insegna che noi abbiamo un Sé interiore che ha un grande potere unificante e che conosce perfettamente il nostro progetto per cui sa esattamente che cosa dobbiamo diventare e si incaricherà per così dire di attirare nella vita del soggetto quelle esperienze che possono portarlo sulla strada della conoscenza della sua "vera identità.
Il nostro SE’ tuttavia, per un lungo periodo, è una parte che sembra celata all'interno poiché sfugge alla coscienza che non la riconosce ed anzi, si comporta prima come se non esistesse e, in seguito, come se fosse una parte antagonista; ciononostante sarà proprio da questa parte che possiamo chiamare "centro - cuore" che scaturiranno quegli stimoli diretti ad orientare l'uomo verso il conoscere e il conoscersi di più.

Gli stimoli possono essere estremamente intensi, suggestivi ed affascinanti, ma possono essere anche inquietanti e creare molte contraddizioni: in tutti i casi avranno sempre un unico scopo che è quello di spingerci a guardarci dentro, a cercare di comprendere da dove scaturisce quel materiale che sembra rivelare una vastità che contrasta fortemente con il senso di limite e di definizione dell'IO.
Questa fase è quella in cui noi sembriamo invertire la tendenza iniziale che spingeva verso il mondo esterno; infatti, avviene una sorta di richiamo che ci affascina e ci spinge a percorrere le strade suggerite dalle immagini interne che emergono attraverso i sogni e attraverso forti conflitti che non possono essere ignorati.

Questi momenti sono quelli in cui simbolicamente noi ci mettiamo in viaggio - è il viaggio dell'Eroe - che si mette in moto per cercare la sua strada che consiste nel cercare l'altra parte di sé, quella che da segni di esistere ma che non è ancora manifesta; il viaggio ha anche lo scopo di comprendere e di carpire il senso della vita e del progetto del SE' ; il viaggio non è facile in se' - comporta una vita intera - e di sicuro non è facile comprendere attraverso quali vie dobbiamo inoltrarci per vivere al meglio le nostre potenzialità senza cadere nell'illusione di cambiare o di tradire ciò che siamo alla base.

Sappiamo bene che da un seme di mela non potrà mai nascere un pero tuttavia, noi umani proprio in virtù della libertà d’azione e di una gran presunzione di sapere, troppo spesso nasciamo meli e vogliamo diventare peri.
Altre volte, la scarsa fiducia nelle possibilità ci porta ad adeguarci a modelli che non ci appartengono e che finiscono per appiattirci su una serie di maschere che finiranno per deprivarci di ogni significato fino a non riconoscerci più e ad avere vere e proprie crisi di identità.


L'astrologia evolutiva / psicologica si pone come disciplina che può avvalersi di tutte le potenzialità della materia più antica in assoluto (l'astrologia) unendo al tempo stesso le conoscenze della psicologia e di altre discipline umanistiche quali il mito, l'analogia e il simbolismo.
L'astrologia evolutiva-psicologica, definita anche astrologia umanistica, si pone così tra le tante discipline di autoconoscenza.
Essa, infatti, si interessa essenzialmente del "seme"; lungi infatti dall'idea - troppo spesso comune ma fortemente erronea - che l’astrologia si interessi della conoscenza del futuro e che possa pre-vedere quel che accadrà ad una persona; questo infatti ipotizzerebbe la mancanza di libero arbitrio e l'idea che l’uomo sia in realtà una marionetta in mano a qualcosa o qualcuno che abbia il potere di dirigerlo e di determinarlo.

Questo, a mio avviso, è quanto di più deleterio e dannoso per l'uomo; credere di non avere un libero arbitrio, favorisce per lo più l'idea di poter sfuggire alle scelte e alle conseguenti responsabilità che il senso di libertà comporta.
Lo studio dell'astrologia evolutiva / umanistica e psicologica allontana da questa visione e accompagna a percepire i sottili legami che l'uomo ha con ciò che lo circonda e, soprattutto, con l'universo di cui è parte; conduce per mano a comprendere che noi nasciamo con un determinato potenziale e che proprio questo dovrà essere sviluppato e ci ricorda altresì che ciò che noi faremo di questo potenziale dipenderà dalla nostra capacità di metterci in gioco, dall'idea che noi abbiamo della vita, dal significato che daremo al nostro vissuto e dalla voglia di affrontare ciò che all'interno, sembra non rispondere ai nostri desideri o progetti coscienti.

Questo non nega la nostra ereditarietà biologica e psichica, per cui è anche vero che, sulla base di queste due istanze, noi ci svilupperemo secondo delle linee guida che sembrano essere intrinseche alla nascita ma, è altrettanto vero che molto di ciò che noi saremo dipenderà dal nostro particolare modo di mischiare questo potenziale e di portarlo ad esprimersi al massimo o al minimo e dipenderà altresì dal modo particolare con cui interpreteremo la realtà che, altro non è, se non il personale modo con cui vediamo e leggiamo i fatti e gli eventi della vita.

Il tema natale letto attraverso gli occhi dell'astrologia evolutiva / umanistica, diventa un modello energetico che è il riflesso di un modello più allargato e più grande. Universale.

Il tema natale è dunque la mappa del modello che si è organizzato dentro la nostra psiche in cui sono rintracciabili tutti i simboli a partire dall'Io (Sole) con tutte le funzioni indispensabili per il suo sviluppo (cognitive - affettive - affermative, ecc.).
Partendo dai concetti base della psicologia sappiamo anche che l'IO non è nient'altro che il riflesso o la parte esterna di quel centro profondo e misterioso che si chiama SE' che cercherà di portare all'integrazione di tutte le funzioni dentro l'IO affinché il soggetto in questione possa sentire di essere parte di un' unità e di una totalità.

Sappiamo che la coscienza, nel suo processo di strutturazione ha dovuto discriminare, accogliere alcuni contenuti e respingerne altri e il tema natale nella sua particolare combinazione tra le varie funzioni rappresenta esattamente il "seme" di tutto ciò e riflette quella precisa organizzazione giungendo a evidenziare le difficoltà che si sono incontrate nella strutturazione e in quali momenti della vita determinati fattori (archetipi) si sono costellati e in quali altri si attiveranno per dare alla coscienza un'opportunità di riconoscerli e di integrarli.

Sappiamo anche che la psiche e l'inconscio usano un linguaggio simbolico, e l'astrologia altro non è che una delle tante chiavi di letture di questo modello simbolico e del particolare modo in cui si è miscelato al nostro interno.
Gli strumenti che l'astrologia usa, pianeti - segni e case, sono semplicemente simboli che rappresentano le linee basilari di sviluppo di un’individualità; il tema natale è il riflesso in piccolo di ciò che accade in grande (è il così sopra così sotto degli antichi); ognuno di noi riflette dunque qualcosa che sta nel cielo e nel suo seme di base e questa può essere definita la sua essenza unica e speciale.

In questo il tema natale si rivela qualcosa di profondamente utile per l'individuo perché puo' fornire una chiave di lettura di ciò che potenzialmente si è e di quale è il progetto che dovremo in qualche modo portare a termine e conseguire alla fine della nostra vita.
Per questo sembra un "viaggio", perché la vita non è nient'altro che un cammino verso la scoperta e il riappropriarci di ciò che potenzialmente era già presente alla nascita ma che, nel percorso d’educazione e d’integrazione con il collettivo, abbiamo dovuto trasformare e spesso ignorare.

Il viaggio non è nient'altro che la nostra individuazione termine coniato da Jung per indicare il processo che porta all'integrazione di tutti gli aspetti della personalità che prima tendevano a muoversi in modo incoerente e caotico, sotto la grande regia dell'IO.

Ovviamente in tutto questo non vi è nulla d’esoterico, nulla di nascosto e nulla di magico. Il tema natale è una lettura a cui tutti possono giungere imparando a conoscere il linguaggio simbolico e imparando a decodificare i vari ingredienti che sono in esso contenuti sotto forma di simboli.


da http://www.eridanoschool.it/

JUNG E L'ASTROLOGIA, DALL'EPISOTOLARIO di Lioba Kirfel Barillà

La posizione di Jung nei confronti dell'astrologia, come risulta dalle sue lettere.

Il lettore italiano trova un riassunto delle lettere di Jung, nelle quali viene trattato l'argomento "astrologia" nel libro di Aldo Carotenuto "Jung e la cultura italiana" (1) che esaminò l'epistolario dal 1911 al 1958, basandosi sull'edizione inglese, pubblicata dalla Princeton University Press. Carotenuto dà ai lettori un giudizio complessivo sulla posizione di Jung nei confronti dell'astrologia, citando alcune frasi direttamente dalle lettere, limitandosi però ad un commento.
Il suo studio comincia così : "Nell'epistolario ci sono ben 23 lettere, dal 1911 al 1958, che hanno come argomento l'astrologia, ed in nessuna di esse, come è stato tentato di far credere, Jung manifesta la sua adesione all'astrologia." (2) L'esposizione finisce con la seguente conclusione : " ... ci sembra chiaro che Jung abbia considerato l'astrologia come un argomento da studiare per le implicazioni psicologiche, così come si studiano le memorie dei mistici o dei grandi ispirati. Niente di più. Voler quindi confondere l'interesse di Jung per l'astrologia con una rivalutazione implicita di essa è pura idiozia, come lo sarebbe se un virologo fosse anche considerato un untore. Che qualche povero uomo o povera donna, consultando un astrologo, tragga un certo sollievo, non dice nulla a proposito della validità dell'astrologia. Chi si rivolge all'astrologia è probabilmente in grave crisi psicologica e come tale soggetto a qualsiasi pratica suggestiva." (3)
Carotenuto dimostra quindi non soltanto una forte avversione contro l'astrologia, ma ritiene anche che Jung è stato altrettanto critico e distante nei confronti dell'argomento, non volendo compromettere la sua fama di scienziato con una materia tanto poco scientifica come l'astrologia.
A mio avviso Carotenuto evidenzia una posizione piena di pregiudizi e poco differenziata in materia astrologica, oltre ad attribuire a Jung un giudizio poco convincente o perfino negativo. Leggendo le lettere junghiane non si può certo dire che l'astrologia è stata l'argomento principale delle sue ricerche psicologiche; tuttavia è un quesito che dal 1911 al 1960 torna regolarmente nell'epistolario, concludendosi con la pubblicazione del libro sulla sincronicità (1952) in cui l'astrologia viene trattata ampiamente, il che dimostra che l'argomento ha avuto un posto non insignificante nella ricerca junghiana.
Ho fatto la stessa analisi di Carotenuto, basandomi però sulle lettere originali, pubblicate da Walter Verlag, Olten. Segue la traduzione delle lettere di Jung sul tema "astrologia", citando le parti più significative ed esaurienti delle lettere.


Al Prof. Sigmund Freud 12 - VI - 1911

... Di sera sono molto impegnato con l'astrologia. Sto facendo dei calcoli oroscopici per rintracciarvi il grado di verità psicologica. Fino adesso ci sono alcune cose strane che a Lei sicuramente devono sembrar incredibili. Nel caso di una signora, il calcolo delle costellazioni dava un'immagine caratteriologica molto specifica con vari eventi precisi, ma che non appartenevano a lei, ma a sua madre; da lei tale caratteristica corrispondeva perfettamente. La signora soffre di un fortissimo complesso materno. Devo dire che nell'astrologia un giorno si potrà scoprire una grande parte della conoscenza di modi intuitivi che è finita nel cielo. Sembra per esempio che i segni zodiacali sono immagini caratteriali, cioè simboli della libido, che rappresentano le caratteristiche libidiche tipiche...


Al dott. L. Oswald 8 - XII - 1928

... Lei fa bene supporre che io considero l'astrologia come un movimento simile alla teosofia che cerca di accontentare la irrazionale bramosia di conoscenza, portandoci però su una strada errata. L'astrologia si trova davanti alle porte dell'università, vedi il caso di un professore di Tubinga che si è sviato per l'astrologia e che ha tenuto un corso di astrologia all'università di Cardiff l'anno scorso. L'astrologia non è semplicemente una superstizione ma contiene certi dati di fatto psicologici (come anche la teosofia) che non sono di poca importanza. L'astrologia in verità non ha niente a che fare con gli astri, ma è la psicologia millenaria (5000 anni) dell'antichità e del medioevo. Purtroppo in questa lettera non posso fornire prove o spiegazioni. ... Ma in tutti quei campi strani c'è qualcosa che vale la pena di conoscere e che oggigiorno il razionalismo velocemente ha messo da parte. Questo "qualcosa" è la psicologia proiettata. ...


Al dott. Baur 29 - I - 1934

argomento : i calcoli astronomici non corrispondono a quelli astrologici

... Il fatto che l'astrologia fornisce tuttavia dei risultati validi prova che non sono le supposte posizioni degli astri che hanno un influsso, ma i periodi che vengono misurati oppure determinati tramite posizioni celesti arbitrariamente denominate. Perciò, il tempo risulta come un flusso di eventi carico di qualità e non come una concezione astratta oppure una condizione di ricognizione come vorrebbe la nostra filosofia. La validità dei risultati dell'I Cing indica nella stessa direzione. Un'analisi accurata dell'inconscio mostra una particolare coincidenza con il tempo che è anche un motivo per cui gli antichi potevano proiettare la cronologia dei contenuti inconsci e percepirli interiormente nelle indicazioni temporali di tipo astronomico. Questo dato di fatto è la base per il collegamento di eventi psichici con una indicazione temporale. Non si tratta quindi di un collegamento indiretto, come Lei presume, ma di un collegamento diretto. ...


Prof. J. B. Rhine novembre 1945
Duke University

Considero la parapsicologia un ramo o una disciplina della psicologia generale, o più specificamente della psicologia dell'inconscio. La psicologia dell'inconscio può dire molto sul rapporto spirito-corpo. La parapsicologia è in grado di dare prova dell'esistenza dei fenomeni fisiologici che hanno un influsso sugli oggetti materiali, oppure fanno apparire corpi fisici in posti dove prima non c'erano e dove non c'era una simile materia. Così la parapsicologia può chiarire il problema sul modo in cui il vivente viene formato e permanentemente riformato dalla psiche inconscia.
Innanzitutto la parapsicologia ha dimostrato che la psiche possiede un aspetto di tempo e spazio relativi.
Posso spiegare la percezione extrasensoriale solamente con la ipotesi di lavoro della relatività di tempo e di spazio. ...
Nella misura in cui la relatività di tempo e di spazio include la relatività della causalità e la psiche fa parte della relatività tempo-spazio, anche la causalità è soggetta al principio di relatività; e in quanto è microfisica, possiede una indipendenza almeno relativa dalla causalità assoluta. ...
Dal punto di vista psicologico la percezione extrasensoriale è una manifestazione dell'inconscio collettivo. Questa specifica psiche si comporta come ci fosse una (psiche) e non come fosse divisa in tante anime individuali. È non-personale (la definisco una psiche oggettiva). È dappertutto e in tutti i tempi la stessa (se non fosse così, non esisterebbe la psicologia comparata).
Siccome la psiche oggettiva non è limitata ad una persona, non viene nemmeno limitata ad un corpo. Si manifesta quindi non soltanto negli uomini, ma nello stesso tempo negli animali e perfino negli oggetti fisici (vedi l'I Cing e gli oroscopi del carattere). Questi ultimi fenomeni li definisco come la sincronicità di eventi archetipici. ...


Al Prof. B. V. Raman (India) 6 - IX - 1947

... Nelle diagnosi psicologiche difficili faccio spesso fare un oroscopo per acquistare un altro, nuovo punto di vista. In molti casi i dati astrologici contenevano una spiegazione per certi fatti che altrimenti non avrei capito. Da tali esperienze dedussi che l'astrologia è di particolare interesse per lo psicologo. Si basa su un fatto dell'esperienza psichica che chiamiamo "proiezioni", cioè sono per così dire contenuti psichici che troviamo nelle costellazioni degli astri. Originariamente nacque così l'idea che questi contenuti venivano dagli astri, mentre sono semplicemente in un rapporto sincronistico ...


Dott.ssa Aniela Jaffé 8 - IX - 1951

... L'astrologia non è un metodo mantico, ma sembra di basarsi su radiazioni di protoni (dal sole). Devo fare un esperimento statistico per esserne sicuro. ...


Prof. John Thorburn 6 - II - 1952

... Mi ha interessato molto ciò che scrive sui suoi interessi astrologici. Negli ultimi anni me ne sono occupato molto come anche di problemi aderenti e credo che l'argomento mi tiene ancora in qualche modo occupato, cioè il mio inconscio si aggira attorno al problema del tempo. Però non sono in grado di dire precisamente che cosa ne penso; di tanto in tanto acchiappo un scintilla di quello che "esso" ne pensa. In qualche modo è collegato con il tema discusso ultimamente dalla Society for Psychical Research. Un dott. G. R. Smythies proponeva una nuova teoria sullo spazio assoluto o dello spazio-tempo assoluto. ...


Al Prof. Bender 12 - II - 1958

argomento : libro sulla sincronicità


... Il fenomeno sincronistico del mio esperimento consiste nel fatto che in tutti e tre i pacchetti l'aspettativa classica dell'astrologia è risultata vera; ciò rappresenta una improbabilità estremamente grande, sebbene le varie cifre non sono significative. In linea di principio un tale risultato non ha niente a che fare con l'astrologia, ma potrebbe accadere eventualmente con un statistica qualsiasi. Poiché l'esperimento astrologico è per tutta la sua natura un colpo di fortuna; se non fosse così sarebbe casuale. Probabilmente lo è però soltanto in minima parte. ... Lo psicologo che si occupa di processi nell'inconscio sa che tali strani "casi" preferibilmente accadono nell'ambito delle condizioni archetipiche e che spesso una disposizione psichica interiore sembra essere rappresentata da una disposizione parallela che accade nello stesso momento senza che ci sia una dipendenza casuale, in una persona oppure in un animale oppure in un evento. ... Perciò sarebbe meglio (...) riunire tutti i fenomeni che oltrepassano il limite della probabilità sotto l'unico aspetto del significativo colpo di fortuna e di analizzare in quali condizioni emotive tali coincidenze appaiono. ... La mia impostazione mira alle condizioni psichiche del loro apparire, e rinuncio ad una spiegazione energetica semi-fisica. ...


Al Prof. Hans Bender 10 - IV - 1958


... Una spiegazione del fenomeno astrologico è infatti una faccenda difficile. Non sono affatto tentato di dare una spiegazione "o ... oppure". Uso dire : "sia ... sia" e "oppure". Questo. Questo mi sembra anche il caso dell'astrologia. La cosa più ovvia mi sembra, come Lei appunto giustamente sottolinea, il concetto parallelistico. Coincide con la teoria Geulinex-Leibniz sulle corrispondenze collaterali, formulata molto chiaramente da Schopenhauer. (...).
La critica che oppongo a questa teoria è che presuppone una rigida causalità, cioè si basa su una causalità assiomatica. Perciò dovrebbe essere (la corrispondenza parallelistica) regolare. Ma questo è soltanto in un certo modo il caso con numeri molto alti, come ha dimostrato Rhine.
... Il concetto della sincronicità rinuncia a questa "harmonia praestabilita" cioè ad un parallelismo per il motivo che, se si trattasse di quest'ultimo principio, dovrebbe esistere un numero di corrispondenze molto più alto che dovrebbe apparire più regolarmente di quanto in verità accada. ... Anche se non possiamo immaginarci un legame causale e quindi necessario tra un evento e una sua determinazione temporale (l'oroscopo), pare comunque che esista un tale collegamento, poiché ci si basa su una surriportata interpretazione dell'oroscopo, che presuppone e motiva una certa regolarità del fenomeno. Se quindi attribuiamo anche soltanto un limitato senso all'oroscopo, confermiamo già un presente collegamento necessario fra evento e costellazione astrale.
C'è da aggiungere che l'intera determinazione temporale nell'astrologia non corrisponde a nessuna costellazione astrale vera, siccome il punto vernale si è già spostato da lungo tempo dall'Ariete nei Pesci, e che da Ipparco in poi il punto vernale è stato fissato artificialmente a Zero gradi dell'Ariete. La distribuzione delle case è però del tutto fittizia, e quindi è da scartare la possibilità di un collegamento causale con le varie posizioni degli astri e abbiamo a che fare con una determinazione temporale puramente simbolica. Tuttavia rimane la distribuzione generale delle varie stagioni, un fatto importante per l'oroscopo. Poi ci sono per esempio le nascite primaverili ed autunnali che hanno un ruolo particolare nel mondo degli animali. Ci sono anche, oltre agli influssi stagionali, le variabili delle radiazioni dei protoni che hanno, come è stato dimostrato, un notevole influsso sulla vita umana. Sono tutti influssi spiegabili causalmente che parlano a favore dell'esistenza di un collegamento astrologico regolare. Perciò sono tentato, quando è il caso, di includere l'astrologia fra le scienze naturali.
Ma d'altra parte risultano dall'osservazione astrologica anche dei casi in cui si esita a riconoscere valida una spiegazione puramente causale. Per conto mio, in tali casi di previsioni straordinari, ho l'impressione che si tratti di un colpo di fortuna significativo, cioè una coincidenza perché una previsione mi sembra sforzare la possibilità di una spiegazione causale per motivo della sua estrema improbabilità; di conseguenza vorrei prendere in considerazione la spiegazione del principio di sincronicità.
... Come già ribadito, l'astrologia sembra richiedere varie ipotesi e non sono in grado di dichiararmi per l'una o l'altra. Bisognerà rifugiarsi in una spiegazione mista, visto che la natura non si preoccupa di tenere troppo separati ed in ordine i concetti intellettuali che noi usiamo. ...


Stephen Abrams 5 - III - 1959
Parapsychology Society, Chicago

... L'unica cosa che posso dire è che nella maggior parte dei casi sincronistici è costellato un archetipo. Questo è il massimo che posso dire sulla psicologia della sincronicità. L'archetipo ha, come i numeri naturali, la particolare qualità di essere da una parte un fenomeno soggettivo psichico, e dall'altra parte di possedere un'esistenza oggettiva. Come esistono equazioni che concordano a posteriori con fatti naturali, così esistono anche fatti naturali che concordano a posteriori con delle immagini archetipiche. ...


Kurt Hoffmann 3 - VI - 1960

argomento : l'astrologia dei primitivi

... le proiezioni ed interpretazioni coincidono all'incirca con gli albori della coscienza umana ragionante.
C'è un fatto da tenere presente, che non facciamo delle proiezioni ma che essi ci accadono. Questo permette la conclusione che abbiamo letto nelle stelle le nostre prime conoscenze fisiche e innanzitutto psicologiche. Cioè nel più lontano il più vicino. ...


La lettura delle lettere di C. G. Jung evidenzia il suo progressivo interesse per l'argomento astrologico contemporaneamente ad una sua ricerca nel campo psicologico che si espande da uno studio dell'inconscio individuale a quello collettivo per arrivare ad una connessione tra psiche, mitologia e funzione simbolica. Negli anni 1909-1911 - poco prima delle prime lettere sul tema "astrologia" - Jung lavora sulla sua opera "La libido, simboli della trasformazione" (pubblicato nel 1912) e segue quindi già lo studio della funzione archetipica; non stupisce allora la sua ipotesi che i segni zodiacali potrebbero essere delle caratteristiche libidiche.
La ricerca conduce Jung ad affermare la realtà dell'inconscio collettivo che si manifesta in forma onirica dei simboli, per esempio per l'astrologia nei dodici segni zodiacali.
Con il lavoro sui simboli e trasformazioni della libido, Jung si stacca anche definitivamente dal rigido pensiero di S. Freud. La psiche non è più, come per Freud, un dato commensurabile con contenuti immutabili, bensì un prodotto di una evoluzione incessante. Alla psiche è inerente una dinamica composta dai complessi, archetipi e simboli. Jung intravede nell'astrologia la stessa dinamica, proiettata nella costellazione astrale e l'oroscopo rispecchia, nel grafico circolare, un complesso archetipico.
In seguito viene definita la funzione dell'archetipo come base essenziale per un ordinamento dei processi psichici, senza però attribuirle la funzione della causa prima. La presenza di un archetipo garantisce l'ordine e lo svolgimento di un processo psichico, tuttavia l'inconscio ed i suoi componenti funzionano in maniera del tutto autonoma, fuori dai processi causali o razionali. Di conseguenza, la difficoltà di inserire fenomeni come l'astrologia o quelli mantici in genere, in un ambito razionale come la statistica. Questi fenomeni mantengono sempre una loro imprevedibilità rivelando la loro dinamica psichica nell'atto creativo, come lo è per esempio la lettura di un oroscopo.
Più tardi Jung attribuisce all'oroscopo anche una funzione del tempo e più specificamente del tempo qualitativo: un elemento che diventa decisivo per la definizione del concetto di "sincronicità".
L'ipotesi che dietro le manifestazioni psichiche apparentemente acausali si nasconda un altro strato di psiche occulta fuori della dimensione spazio-tempo, apre a Jung la porta al campo oscuro della parapsicologia. Sperando di trovare chiarimenti sugli eventi paranormali, causali e al di fuori di spiegazioni scientifiche, percepiti soltanto per via di intuizione, si mette in contatto con le ricerche parapsicologiche di J. Rhine. Oltre a fornirgli del materiale classificato secondo la metodologia statistica, emergono interrogativi più specifici che aprono nuove prospettive anche per le arti mantiche come l'astrologia.
L'influsso emotivo come fattore determinante nei risultati degli esperimenti di Rhine spinge Jung a confermare che la funzione archetipica stesse alla base dei risultati sorprendenti.
Era noto che l'effetto emotivo producesse un "abaissement du niveau mental", una sopraffazione della coscienza da parte dei contenuti inconsci. La percezione di spazio e tempo si riduce completamente, regna soltanto un continuum spazio-temporale che rende possibile la coincidenza e la simultaneità di eventi psichici e non-psichici; eventi che manifestano un legame fra di loro basato su una comunanza di significato, ma non un meccanismo causa-effetto.
Jung definì tali eventi da allora in poi come eventi "sincronistici" secondo la sua teoria esposta ed affermata nel suo libro "La sincronicità come principio di nessi acausali", pubblicato nel 1952 (5). Dichiara in questo libro che la concezione scientifica sulla regolarità delle leggi di natura, basata sulla causalità, ha da un punto di vista psicologico, soltanto una validità parziale, perché non tiene atto dei fattori psicologici che invece sono determinanti nello svolgimento e per lo stesso risultato, per esempio, di una statistica (vedi "l'esperimento astrologico" citato nel suo libro). Tali fattori - l'affettività delle persone coinvolte - si basano sull'operare degli istinti, il cui aspetto formale è l'archetipo. (6)
Il fenomeno della sincronicità risulta quindi come coincidenza di due fattori : 1) un'immagine inconscia si presenta direttamente (letteralmente) o indirettamente (simboleggiata o accennata) alla coscienza come sogno, idea improvvisa o presentimento; 2) un dato di fatto obbiettivo coincide con questo contenuto. (7) Applicato all'oroscopo significa che il dato di fatto esterno, oggettivo è la posizione degli astri nel tema natale, rappresentata nel grafico oroscopico, la sua interpretazione invece rappresenta l'immagine inconscia della persona, costellata da uno o più archetipi, con i quali l'astrologo deve mettersi in sintonia. L'oroscopo funziona soltanto se si verifichi una sincronicità tra l'immagine della costellazione celeste ed il cielo psichico all'interno di una persona.



La posizione diErnst Bernhard nei confronti dell'astrologia:


I pensieri di E. Bernhard riguardanti l'astrologia - qui riportati in quanto primo insegnamento per N. Sementowsky-Kurilo per l'aspetto psicoanalitico dell'astrologia - si trovano nell'unico scritto da lui pervenutoci, la "Mitobiografia" (8).
Sull'argomento astrologico, come su altri argomenti ad esso connessi(i sogni, l'I Cing), Bernhard ci offre una sua visione estremamente ampia e profonda che non si può collocare nell'ambito strettamente psicoanalitico-scientifico (come Jung), ma che include un atteggiamento etico-religioso, vedendo la vita individuale, sia fisica che psichica, legata ad un percorso di destino inserito nel grande processo di sviluppo dell'umanità all'interno del cosmo :
"La grande misteriosa legge del tempo regna anche nel cosiddetto sincronismo (Jung), si sperimenta nell'I King, nel parallelismo psicofisico, nell'armonia prestabilita (Leibniz) e con accentuazione pratica nell'astrologia. Il luogo e il tempo della nascita sono il punto d'incidenza, ma c'è anche un fattore individuale (se si tratti di un uomo, di animale, di pianta, di stato, di varo di nave, o se l'uomo veda la luce come re o come muratore). Qui interferiscono diverse leggi, che infine trovano posto entro la legge individuale. In tale modo gettiamo anche un po' di luce sulla celebre formula astrologica: le stelle "inclinano" ma non costringono; noi diremmo: la costellazione degli astri, a partire dal momento e dal luogo della nascita e con riferimento a essi, si adempie come legge cosmica temporale, a cui tutto in quel momento è soggetto; viene però utilizzata e indirizzata dalla legge entelechiale individuale che si realizza col suo aiuto e attraverso essa. - Ora anche le stelle sono proiezioni, "organi" dell'uomo, create dalle sue immagini. - ... Come la pianta anima il tempo terrestre, l'animale lo spazio terrestre, così l'uomo anima il tempo e lo spazio dell'universo e vi ritrova tanto le proprie immagini interne, quanto il proprio destino esterno. Egli riconosce qui consapevolmente, nell'estrema lontananza, la propria legge interna, che nella cornice del suo destino necessariamente si adempie, plasmata però in un modo unico dalla vera e propria legge entelechiale." (9)
Apparentemente Bernhard si muove nell'ambito del pensiero junghiano, confermando pienamente l'idea della proiezione psichica che sta alla base della considerazione astrologica, come pure l'aspetto del tempo (qualitativo) che è decisivo sia per il tracciare dell'oroscopo sia per la sua interpretazione. Troviamo anche la riserva con la quale dobbiamo accettare l'influsso astrale sulla nostra vita. Il concetto del destino - estraneo a Jung per il discorso astrologico - è per Bernhard fondamentale, e strettamente collegato al concetto dell'entelechia: "Il mondo dei fenomeni e degli accadimenti è vita e manifestazione delle "immagini". Il suo ordine e il suo corso sono determinati dall'entelechia. L'entelechia si esprime attraverso le immagini sui tre noti piani, come istanza autonoma, nella identificazione e nella proiezione. ... La trasformazione dell'uomo singolo è alla fine il confronto tra un'entelechia karmica (archetipi dei genitori, nascite anteriori, animale, pianta, pietra ecc.) e l'entelechia individuale. Dietro al dualismo "entelechia individuale e entelechia karmica" è da porre un'unità entelechiale superiore (Tao) ....
In un processo d'individuazione l'entelechia collettiva viene usata per così dire come materiale per la realizzazione dell'entelechia individuale; con la vittoria dell'entelechia collettiva quella individuale viene costretta al servizio di quella collettiva. ...
L'ethos è immanente all'entelechia e anch'esso costruito su una contrapposizione (necessità del dislivello energetico). Corrisponde all'impulso che l'entelechia ha di realizzarsi, che si afferma come coercizione interna (...) e non consente alcuna deviazione, neppure minima. Così l'ethos è una qualità dell'entelechia. ...
L'entelechia è libera. Il suo ultimo rappresentante in me è la tendenza all'individuazione. In quanto la seguo sono libero. Seguire questa tendenza è l'unica libertà. Ma poiché essa è soprapersonale (ossia poiché la tendenza all'individuazione non proviene dal mio Io) non vi è una libertà personale, sebbene una impersonale che io posso sperimentare come libertà entro una amorosa necessità." (10)
"In base al principio della dottrina dell'ereditarietà è dimostrato che certi motivi di destino, di personalità e di costituzione ritornano continuamente nel corso delle generazioni. ... La sensazione di una certezza "storica" manifesta la presenza di un archetipo che opera in noi come complesso autonomo. (Queste cose sono molto comprensibili a un astrologo, che conosce l'ereditarietà di particolari costellazioni planetarie e zodiacali. ...).
La problematica essenziale che ora si presenta è la questione dell'Io. Anch'esso può venire ereditato come cosiddetto complesso dell'Io e la totalità della psiche - in certe circostanze con un particolare colorito caratteriologico, come, ad esempio, lo esprime l'Ascendente. Un tale complesso ereditario non è naturalmente "lo stesso" di allora, poiché, ad esempio, lo troviamo persino contemporaneamente presente in diversi membri di una stessa famiglia.
Il rapporto tra quello di allora e quello di oggi è da intendersi solo entelechialmente, dove l'entelechia si compone delle varie immagini. ... Il fatto che un "problema" comune si estenda attraverso la vita di un'intera famiglia, di una stirpe, di un ceppo, di un popolo, ci pone nuove domande. Qui vive un essere sopra-individuale, distribuito nella problematica di singoli individui. Così, risolvendo il proprio problema individuale, si risolve anche quello generale!" (11)
Bernhard vede l'astrologia come un sistema utile ed idoneo a raggiungere maggior chiarezza e consapevolezza della propria esistenza psicofisica, come anche al proprio inserimento nel grande processo cosmologico. È evidente che non esamina il quesito astrologico come un fenomeno da analizzare in sé e per sé, perché è convinto dell'attendibilità del risultato astrologico che fornisce o più precisamente fa percepire dati di fatto psichici che sono rappresentati dal tema natale.
Questa "efficacia" è per lui sufficiente per accettare l'astrologia come sistema simbolico che ci mette in contatto con l'inconscio individuale e collettivo.
Da questo quadro ontologico-psichico dell'individuo, la sua visione si espande - e questo è nuovo - anche sul piano trascendentale. Il destino di ognuno è sia un essere legato a una grande legge cosmologica ("karmica") che ad una "armoniosa necessità", cioè una consapevolezza del proprio bisogno religioso-etico per far luce su tutti i quesiti esistenziali dell'essere umano.
Tuttavia questo determinismo e la mancanza di una libertà personale trova una via d'uscita nella "legge entelechiale" che l'uomo sente come impulso all'individuazione. Seguendo questo impulso, che implica appunto un atteggiamento etico, l'individuo si autorealizza e mira verso la sua unità con il Sé, raggiunge quindi un livello superiore / trascendentale dal puro stato psicofisico. Questa via è accompagnata da vie intuitive e sistemi simbolici come lo è appunto l'astrologia.


NOTE :

(1) Carotenuto, Aldo : Jung e la cultura italiana. Roma 1977
(2) idem, p.117
(3) idem, p. 119
(4) Jung, Carl Gustav : Briefe 3 Vol., Olten 1972-1973
(5) Jung, Carl Gustav : La sincronicità come principio di nessi
acausali. in : C.G.Jung Opere, Vol. 8 Boringhieri 1976
(6) idem, p. 470
(7) idem, p. 477
(8) Bernhard, Ernst : Mitobiografia, Milano 1969
(9) idem, p. 86-87
(10) idem, p. 20-24
(11) idem, p. 115-117

Pubblicato sul numero 6 (Aprile 1991) di Ricerca ’90

MEDICINA E ASTROLOGIA

di Chiara Inesia Sampaolesi


L’astrologia ha origini molto antiche, sembra risalga ai tempi dell’antica Mesopotamia Babilonese (2000 a.C. secondo alcuni, 3000 a.C. secondo altri).
Proprio tra le rovine di Ninevak, in Mesopotania, sono state trovate delle tavolette che mostrano come l’astrologia abbia conosciuto un periodo di grande splendore già nel VII secolo a.C.. Esse riassumono conoscenze molto antiche, risalenti fino all’epoca del re assiro Sargon il Vecchio, quando i sapienti di corte avevano scoperto delle coincidenze fra determinate configurazioni planetarie e il diffondersi di alcune malattie.
Tutte le più importanti civiltà antiche hanno dedicato grande attenzione all’osservazione dei fenomeni celesti e sviluppato una propria astrologia; ricordiamo l’astrologia Vedica dell’India, l’astrologia cinese, quella del popolo Maya e degli antichi Egizi.
Del resto fin dalla più remota antichità è nota la correlazione dell’attività lunare con le acque, ad esempio con le maree e se teniamo conto che il corpo umano è costituito dal 70% di acqua, possiamo ragionevolmente pensare che ci possa anche essere una certa correlazione tra l’attività lunare e il corpo umano, o meglio con i suoi umori, intendendo con questo l’accezione specifica del termine, quale quella di tutti i liquidi esistenti in un organismo animale.
Fino all’avvento del pensiero Galileiano si può dire che l’astrologia è stata strettamente correlata all’astronomia, lo stesso Galileo Galilei e altri suoi contemporanei erano astrologi, non era insolito, infatti, per questi scienziati fornire consulenze astrologiche ai potenti signori dai quali spesso dipendevano.
Ma la correlazione più antica dell’astrologia è proprio con la medicina.
I sacerdoti-astronomi Caldei, antichi saggi della Mesopotamia del XIV secolo a.C., considerati i padri dell’astrologia, furono i primi ad associare medicina e astrologia. Anche in Grecia, dove l’astrologia ebbe una notevole importanza, grandi studiosi e filosofi, quali Eraclito, Empedocle e Pitagora si occuparono di cercare la logica e l’armonia celata nei rapporti tra uomo e cosmo; lo stesso Ippocrate (460-377 a.C.), padre della medicina occidentale, seppe equilibrare in questa scienza la teoria e l’osservazione; egli riteneva l’esame astrologico fondamentale nel definire una diagnosi e sosteneva che:

“Chi ignora l’astrologia non deve essere considerato un medico, ma un idiota”.

Il medico e farmacologo Galeno, personaggio influente dell’antica Roma, introdusse la medicina astrologica come pratica importante, sostenendo che:

“Lo stato del cielo, la stagione dell’anno, la regione o il paese in cui ci si trova devono essere tenute presenti quando si fa una diagnosi e si stabilisce una terapia”

e mise addirittura a punto un sistema per predire il decorso e l’esito di una malattia per mezzo di dati astronomici.
Nello stesso periodo anche il grande matematico, astronomo e astrologo Tolomeo, insegnando alla scuola d’Alessandria, sosteneva che per diagnosticare e trattare ogni malattia bisognasse tenere conto della carta del cielo, della stagione e del luogo. E’ suo il Tetrabiblos, fondamentale trattato, considerato la Bibbia dell’astrologia, base delle conoscenze moderne.
Un altro interessante collegamento tra medicina e astrologia ci viene grazie al poeta latino Marco Manilio (I sec. a.C. - I sec. d.C.) che formulò la teoria dell’uomo zodiacale, associando ogni parte anatomica del corpo umano a un segno dello zodiaco, in modo che gli oroscopi così tracciati indicavano le condizioni di salute e le abitudini personali dell’individuo.
Anche Paracelso (grande medico, alchimista, filosofo e astrologo del rinascimento italiano) riteneva che il macrocosmo degli astri fosse riflesso nel microcosmo dell’uomo e che il medico dovrebbe anche essere astrologo e conoscere il cielo, poiché i pianeti e le stelle agiscono invisibilmente sull’essere umano. Egli nella prima metà del XVI secolo riteneva che:

“come infatti attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, lo stesso modo il medico deve conoscere l’uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza [..] l’uomo è dunque un’immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell’uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l’esistenza dell’immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l’uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l’immagine nello specchio.”

Inizialmente l’astrologia era certamente più focalizzata sul riconoscere predizioni e influenze astrali sulle persone o sugli avvenimenti, che su una corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo, così come possiamo intenderla oggi grazie anche alle scoperte del campo quantico; dunque, si è dovuto attendere l’avvento dell’astrologia umanistica negli anni ‘60 perché gli astrologi cominciassero a pensare seriamente alla carta del cielo in termini di crescita e trasformazione psicologica personale.
L’astrologia tradizionale, infatti, maggiormente focalizzata sugli eventi esterni trattava l’individuo quale

“vittima potenziale di un universo indifferente sul quale egli aveva un controllo minimo se non nullo. Di conseguenza, gli astrologi erano fin troppo compiacenti nel fornire ciò che veniva loro richiesto dal pubblico: predizioni, consigli, avvertimenti e soluzioni semplicistiche a quelli che oggi noi ravvisiamo essere complessi problemi di tipo psicologico.” (Glen Perry, Ph. D.)

Fu Carl Jung, medico psichiatra svizzero, fondatore della psicanalisi, il primo a riconoscere il grande potenziale dell’astrologia, vista come strumento per esplorare le profondità della psiche umana e, dunque, come specchio attraverso il quale riflettersi e conoscersi così come già anticipato secoli addietro da Paracelso.
Nella sua lettera a Freud del 1911 scrive, infatti:

“... Di sera sono molto impegnato con l’astrologia. Sto facendo dei calcoli oroscopici per rintracciarvi il grado di verità psicologica. Fino adesso ci sono alcune cose strane che a Lei sicuramente devono sembrar incredibili.”

E nella lettera ad Oswall del 1928 sostiene che:

“L’astrologia non è semplicemente una superstizione ma contiene certi dati di fatto psicologici (come anche la teosofia) che non sono di poca importanza. L’astrologia in verità non ha niente a che fare con gli astri, ma è la psicologia millenaria (5000 anni) dell’antichità e del medioevo. Purtroppo in questa lettera non posso fornire prove o spiegazioni. ... Ma in tutti quei campi strani c’è qualcosa che vale la pena di conoscere e che oggigiorno il razionalismo velocemente ha messo da parte. Questo “qualcosa” è la psicologia proiettata. ...”.

E ancora nella lettera del 1947 a Raman, famoso astrologo indiano, scrisse:

“ ... Nelle diagnosi psicologiche difficili faccio spesso fare un oroscopo per acquistare un altro, nuovo punto di vista. In molti casi i dati astrologici contenevano una spiegazione per certi fatti che altrimenti non avrei capito. Da tali esperienze dedussi che l’astrologia è di particolare interesse per lo psicologo. Si basa su un fatto dell’esperienza psichica che chiamiamo “proiezioni”, cioè sono per così dire contenuti psichici che troviamo nelle costellazioni degli astri. Originariamente nacque così l’idea che questi contenuti venivano dagli astri, mentre sono semplicemente in un rapporto sincronistico ...”.

Dane Rudhyar (Parigi 1895 – San Francisco 1985), pioniere della moderna astrologia transpersonale, fu il primo ad integrare l’astrologia con la psicologia umanistica (avviatasi nel 1951 con il libro “La terapia centrata sul cliente” Di Rogers), fondata su un nuovo concetto di salute nel quale l’individuo sano è colui che giunge alla propria autorealizzazione, al pieno sviluppo delle proprie potenzialità, colui che diventa ciò che è e non il semplice adattato. Secondo Rudhyar, infatti, la carta del cielo poteva essere utilizzata come uno strumento per rilevare il complesso mondo interiore che gli umanisti stavano cominciando ad esplorare.

“Nel 1969 fondò il Comitato Internazionale per l’Astrologia Umanistica e dichiarò che l’astrologia era, o doveva essere, soprattutto una tecnica per la comprensione della natura umana. Denunciò il determinismo implicito nell’astrologia previsionale e si concentrò invece sulle potenzialità dell’astrologia quale linguaggio simbolico. Invece di considerare i pianeti quali trasmettitori di influssi fisici, Rudhyar li considerò quali simboli di funzioni umane. L’astrologia, considerata come linguaggio psicologico e strumento diagnostico, poteva servire da guida all’integrazione e trasformazione della personalità. L’approccio di Rudhyar era ‘incentrato sulla persona’ nel senso che ciascuna carta del cielo era unica; l’oroscopo rappresentava l’insieme delle potenzialità dell’individuo, in cui nessun pianeta era ‘buono’ o ‘cattivo’, ma piuttosto ciascun elemento andava considerato parte di un tutto organico. Gli eventi non venivano interpretati come fatti isolati, con effetti fortunati o sfortunati, bensì come specifiche manifestazioni di fasi di cicli di sviluppo aventi uno scopo ben preciso; un evento traeva il proprio significato dalla fase che rappresentava nel quadro di un dato ciclo planetario e contribuiva ad un processo di crescita in atto che conduceva inesorabilmente verso l’autorealizzazione. “ (Glenn Perry, Ph. D.)

Furono poi in particolare gli astrologi quali Ziporah Dobyns, Richard Idemon, Stephen Arroyo e Robert Hand a portare avanti negli anni ‘70 l’astrologia umanistica.
Liz Green, astrologa umanista contemporanea, nonché psicologa psicoanalista junghiana, sostiene che:

“l’astrologia è un sistema simbolico. È una lente che utilizza un genere particolare di immagini o modelli simbolici, per dare un senso a modelli di vita più profondi che sarebbe, altrimenti, difficile comprendere a livello intellettuale.”

Il principio, dunque, su cui si basa l’astrologia umanistica è quello espresso in sintesi dalla massima che Ermete Trismegisto, avrebbe scolpito sulla famosa Tavola di Smeraldo:

“Ciò che è in alto è come ciò che è in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto; mediante queste cose si compiono i miracoli di una sola cosa”.

Potremmo, dunque, dedurre da ciò che il macrocosmo è lo specchio del microcosmo e viceversa, così come ogni singola cellula del corpo contiene nel DNA tutte le informazioni della persona.

L’astrologia umanistica è, dunque, un trasduttore simbolico dell’aspetto psico-emozionale della persona e poiché, le condizioni e le reazioni psico-emozionali influenzano e determinano il nostro stato di salute, l’astrologia umanistica si inserisce quale perfetto anello di collegamento tra medicina e psicologia e potrebbe essere uno strumento davvero utile sia per il medico che per lo psicologo che intendano aiutare l’essere umano per l’interezza che rappresenta.


Per l’approfondimento sull'astrologia psicologica umanistica, vi rimando ad un bellissimo articolo di Lidia Fassio, dal sito http://www.eridanoschool.it/, lo trovate nella sezione articoli astrologia psicologica sotto "Astrologia e psicologia", cliccate sul titolo.


BIOGRAFIA:
Lioba Kirfel Barilla' "Jung e l'astrologia, dall'epistolario"